Francesco De Grandi attraversa agevolmente la storia dell’arte dai fiamminghi ai romantici nordici. Con la sua pittura, volta alla ricerca di un’inconsumabilità, di qualcosa che sfugge alla linearità del tempo, crea uno spazio di narrazione, un’esperienza di viaggio dove il senso tragico pervade la composizione.
La condizione originaria del reale ha un forte impatto emotivo nella pratica dell’artista che mostra una direzione dell’esistente attraverso la costruzione di paesaggi, di nature, di corpi e di voci dove si percepisce la struttura del nostro essere in rapporto con l’ambiente.

“La pittura per un lungo periodo ha visto la narratività, cioè quella capacità di raccontare nei minimi particolari una storia, come qualcosa di negativo. In realtà, secondo me, l’idea di una narrazione come quella pittorica, che conserva una sua presenza e quindi di conseguenza una sua verità, credo sia importante per il momento storico che stiamo vivendo”.