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Il cavallo bianco, gravido

di Patricia Domínguez


ideato e sviluppato da

nonlineare - iniziativa curatoriale indipendente

© Francesco Squeglia

© Francesco Squeglia

La Fondazione Made in Cloister e nonlineare - iniziativa curatoriale indipendente presentano "Il cavallo bianco, gravido" di Patricia Domínguez.


Nella prima personale di Patricia Domínguez in Italia, verranno presentate le opere degli ultimi anni: sei video installazioni che fungono da altari cibernetici, ospitati in santuari dedicati all'Acqua, la Terra, gli Animali, le Piante e l'Invisibile, creando un compendio di miti, simboli e rituali generati da incontri planetari, spirituali e interspecie tra cosmologie radicalmente diverse, realizzati in dialogo con gli artigiani napoletani.


La mostra chiude il primo anno del programma biennale RINASCITA, dedicato ai temi della trasformazione, della resistenza delle specie e della possibile rinascita nel contesto delle molteplici crisi che attraversano il mondo contemporaneo.

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La mostra

Durata della mostra:

dal 27 settembre al 20 dicembre 2025


Giorni e orari di visita:

MER - GIO: dalle 14:00 alle 22:00

VEN - SAB: dalle 11:00 alle 19:00

DOM: dalle 10:00 alle 14:00


Biglietto 5 euro

    

Cosa succede quando il sapere ancestrale si imbatte nella logica estrattiva del tardo capitalismo? Quando le antiche cosmologie collidono con l’apparato corporativo, assistiamo soltanto allo scontro o qualcosa del tutto nuovo si genera nello spazio tra quei mondi? La pausa gravida, che segue queste domande, ci invita in un regno interstiziale, simbiogenico, che rifiuta le categorie nette di tradizione e modernità, natura e tecnologia, sacro e profano.


Gli altari cibernetici di Patricia Domínguez creano un ecosistema, nel quale i serpenti fanno comunità con i droni, dove i manufatti precolombiani convivono con l’immaginario tecno-industriale, attraverso atti di un’improbabile, sacrilega parentela. I santuari dedicati all’Acqua, alla Terra, agli Animali, alle Piante e all’Invisibile non si limitano a presentare mondi diversi, ma creano le condizioni a che’ si realizzi una trasformazione vicendevole degli stessi. Attraverso un’approfondita ricerca etnobotanica, Domínguez mette in atto ciò che lei stessa descrive come un ritiro strategico dalla trappola digitale a favore di un’alleanza tra le specie, che permetta di accedere alla memoria planetaria e alla sua antica saggezza generativa.

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